Il gesto delirante avvenuto a Ravenna trova una sconcertante spiegazione nelle parole scritte dalla 41enne, prima di lanciarsi nel vuoto.
In quella che sembrava essere una normale mattina, la città di Ravenna è stata scossa da una terribile tragedia. Giulia Lavatura, donna di 41 anni del posto, si è lanciata dal balcone insieme al suo cane e a sua figlia di 6 anni: quest’ultima è morta subito. Adesso emergono nuovi sconcertanti dettagli, derivanti da un post della donna che aveva pubblicato sui social poco prima del folle gesto.
La tragedia di Ravenna
La vicenda è accaduta questa mattina in via Dradi, vicino al centro di Ravenna, dove la donna ha preso con sé il cane e la figlioletta buttandosi dal nono piano del suo palazzo. L’esito è stato drammatico con la piccola creatura morta, così come l’amico a quattro zampe, mentre Giulia Lavatura è stata trasportata in ospedale in gravissime condizioni.
La 41enne è stata ricoverata immediatamente all’ospedale Bufalini di Cesena. Il marito della donna invece, pare che non si sia accorto di nulla: sarebbero stati addirittura i Carabinieri ad averlo informato del ritrovamento dei corpi.
Le parole disperate di Giulia Lavatura
A distanza di poche ore dal folle gesto di Giulia Lavatura, spunta a galla un agghiacciante dettaglio che fa luce sulle cause che potrebbero aver portato la donna a tentare di uccidersi, insieme alla figlia e al suo amico a quattro zampe.
Prima del gesto estremo, infatti, la 41enne ha pubblicato un lungo post su Facebook pieno di frasi confuse e lapidarie. Nel messaggio descriveva in maniera poco chiara la tragedia della sua vita, accusando suo padre – nonché nonno della bimba morta – di essere “violento e aggressivo”.
Lavatura affermava che “nessuno me lo tiene lontano, mi perseguita“, lamentando anche l’assenza di un’ordinanza restrittiva, perché non era riuscita ad avere video delle violenze domestiche per poterla ottenere.
L’accusa al marito: “Ti schieri con mio padre”
Giulia Lavatura ha poi accusato vari individui, facendo riferimento a “complotti” orditi dai familiari per tenerla in cura, dal momento che la donna risulta essere seguita dal Centro di Salute Mentale.
Poi, rivolgendosi al marito, la donna scriveva: “Tu ti schieri sempre con lui, sai le violenze che ho subito in quella casa”. Poi continua il post: “Spesso, dopo le violenze domestiche, mio padre mi prenota un TSO. Possibile che debba ricorrere a un avvocato per tutelare la mia privacy?”.
Nel lungo messaggio lasciato su Facebook, la 41enne ha espresso anche un generico ringraziamento a delle amiche comprensive. Le indagini continuano da parte degli inquirenti sulle parole della donna che potrebbero aprire una nuova pista, in grado di chiarire quanto accaduto.